Biografia Isabella

Nacque a Lecce il 10 settembre 1704 da AIessandro, patrizio di quella città, e da Irene Pieve-Sauli, della nobile e cospicua famiglia gallipolina originaria di Genova.

Alessandro aveva sposato in prime nozze Caterina Giustiniani, della celeberrima famiglia genovese. Rimasto precocemente vedovo, sposò in seconde nozze Irene Pieve-Sauli. Costei, pochi giorni dopo un parto gemellare cui era sopravvissuta la sola Isabella, morì di febbre puerperale, lasciando il marito e la neonata eredi del proprio patrimonio.

A meno di due anni dalla morte della seconda moglie, Alessandro tornò a sposarsi, questa volta con Giuseppa de Torres, della nobile famiglia romana originaria di Spagna. Dalla terza moglie, Alessandro ebbe prole numerosa, e anche maschile. Per la piccola Isabella cominciò a delinearsi un destino di solitudine e abbandono.

Nel gennaio 1715, appena undicenne, Isabella entrò nel convento di S. Chiara in Gallipoli. Fu lo zio materno Giambattista Pieve-Sauli, ultimo superstite della famiglia, ricchissimo e senza figli, a volerla accanto a sé, scegliendola quale erede del suo cospicuo patrimonio. La protezione dello zio, tuttavia, non fu senza contropartita. Per dare alla nipote un uomo degno del suo rango, organizzò all'insaputa della sposa il matrimonio con il sessantenne barone Filippo Guarini, feudatario di Tuglie. Il matrimonio fu celebrato l'11 dicembre 1720 in Gallipoli, nella casa di Giambattista Pieve-Sauli, allora sindaco della città.

Ritrovarsi accasata con un uomo che non amava, e di tanto più anziano di lei, fu per Isabella un'altra cocente delusione, e ciò nonostante il barone Guarini mostrasse sin dall'inizio sentimenti di generosità e comprensione verso la giovane sposa.

Furono queste circostanze sfavorevoli di vita a condurre Isabella lungo un percorso di introspezione e ripiegamento su sé stessa che trovò sfogo dapprima in lunghe lettere dolenti al padre, e poi, in anni più maturi, nella poesia.

Dopo sette lunghi anni di questa infelice unione, Isabella finalmente ottenne dal comprensivo marito una separazione di fatto, accordata a condizione che ella si ritirasse nel Conservatorio di S. Anna in Lecce, fondato per accogliere le fanciulle del patriziato cittadino. 

Qui Isabella trascorse anni fertili di studi e di scoperte intellettuali, e finalmente nel 1732, ottenuto il consenso dello sposo e del padre, abbandonò il Conservatorio, facendo il suo ingresso nella colta società leccese.

Ascritta all'Accademia degli Spioni, si legò sentimentalmente - non senza suscitare curiosità e pettegolezzi nella bigotta società settecentesca di provincia - al celebre letterato e patrizio leccese Pietro Belli, autore di una traduzione in versi italiani del poema latino "Siphilis sive de morbo gallico" di Girolamo Fracastoro, con prefazione e dedica di Giambattista Vico. Degli scritti di Vico dedicati alla figura e all'opera di Pietro Belli, così come dei rapporti di personale amicizia fra il grande filosofo da una parte e il Belli e la moglie Isabella Castriota dall'altra, si è occupato da par suo Benedetto Croce.

Alla morte del Guarini, ormai liberata dal vincolo matrimoniale, Isabella potè finalmente suggellare con un nuovo matrimonio, il 22 giugno del 1741, il suo controverso legame con il Belli.

Donna dotta e gentile, coltivò la poesia e la filosofia, segnalandosi per la sua indipendenza e amore del sapere, in un ambiente carico di pregiudizi e chiuso all'emancipazione femminile. Insieme con il marito, partecipò sempre più attivamente alla vita culturale leccese, contribuendo con propri componimenti poetici alle varie Accademie che si tenevano in quegli anni in città. Gli scritti poetici di Isabella Castriota e di Pietro Belli andarono per gran parte dispersi, con l'eccezione di alcuni sonetti, conservati in raccolte, fra cui si ricorda la "Raccolta di componimenti de' Signori Accademici Spioni di Lecce composta in occasione della Natività del Serenissimo Primogenito Reale Infante D. Filippo", dedicata al padre dell'Infante, Carlo di Borbone, e curata da D. Domenico Maria Guarini, "patrizio e general sindaco della fedelissima città di Lecce", nell'anno 1747. Il Belli non volle mai dare alle stampe il suo canzoniere, ed il suo nome rimarrebbe oggi confinato alla marginalità se la sua vicenda umana non si fosse incrociata con quella di Giambattista Vico Parimenti, Isabella sarebbe ricordata probabilmente solo per le tristi vicende che ne travagliarono l'esistenza, o al più per il suo contributo al fiorire di una letteratura di maniera di marca provinciale e localistica, senza l'incidentale presenza nella sua vita, per il tramite del marito, del grande filosofo napoletano.

Da Pietro Belli Isabella ebbe due figlie, Raimondina nata nel 1742, e Caterina nel 1745. Purtroppo, neppure la maternità sottrasse Isabella ad un destino di infelicità, che si consumò per la condotta del secondo marito, incorreggibile dissipatore delle sostanze proprie e di quelle della moglie.

Nel 1748, alla morte dello zio Pieve-Sauli, Isabella scopri di non essere stata amata neppure da colui che negli anni giovanili si era fatto carico del suo destino, perché nel testamento le preferi un altro nipote. Segnata da questa ultima delusione, Isabella mori in Lecce, il 4 marzo del 1749. Non è noto se il suo corpo riposi nella Chiesa di San Giovanni Battista, dove la famiglia Castriota Scanderbeg vantava diritti di sepoltura, ovvero nella chiesa di San Giacomo, adiacente alla Torre del Parco.

Bibliografia

  1. Merola N. Isabella Castriota Scanderbeg, in "Dizionario biografico degli Italiani" Roma, 1979
  2. De Simone Paladini N. Due poeti nel travagliato Settecento salentino Lecce, Rinascenza Salentina 1941
  3. Vico G.B. Al discreto Leggitore, prefazione alla traduzione italiana del "Siphilis sive de morbo gallico" di Girolamo Fracastoro, tradotta da Pietro Belli e dedicata "all'eccellentissimo e Reverendissimo Monsignore Ernesto de' Conti d'Harrach auditore della Sagra Ruota Romana" In Napoli, presso il Parrino il 1731 
  4. Foscarini A. Armerista e notiziario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra d'Otranto. Lecce, 1903 
  5. Foscarini A. Genealogia della famiglia Guarini. Lecce, 1928-1931 
  6. Croce B. Una dedicatoria e una prefazione di Giambattista Vico. In Aneddoti di varia letteratura. Bari, 1953

I Castriota Scanderbeg

Il sito web castriotascanderbeg.it è una raccolta di studi, ricerche e documenti relativi alla storia della famiglia Castriota Scanderbeg. Nelle pagine potrete trovare informazioni dettagliate sulla vita e le gesta dei personaggi della famiglia, da Giovanni ai giorni nostri.

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