Biografia Federico

Nacque il 1798 da Alessandro, Regio Governatore di numerose importanti città del Regno, fra cui Amalfi, Bitonto, Monopoli, etc., e da Angela Lentini dei baroni di Missanello e Lenticchio, patrizia monopolitana.

In età giovanile redasse 18 componimenti poetici: I pregi della pace. In occasione deIla ricuperata salute del Re (Ferdinando IV). 

Ben presto però si aprì a tendenze liberali, nonostante fosse cognato del marchese Santangelo, celebre ministro degli Interni di Ferdinando II, che ne aveva sposato la sorella Carolina.

Fu a lungo fra i 4 o 5 penalisti più celebri del Regno. Notevole la dedica già notata da Croce dei "Pensieri poetici sull'eloquenza del foro penale" di Niccola Sole, che ne esalta la "voce possente" e "la armonia feconda de la parola". Il famoso scrittore borbonico Pietro Calà Ulloa dice di lui: "Castriota ha un modo di discutere calmo, netto, sottile; e trionfa facilmente sulla violenza delle aggressioni".

Compilò con Camillo Longo ed altri l'Indice tematico e critico della Gazzetta dei Tribunali almeno nei primi tre anni (1846, 1847, e 1848). La famiglia in Ruffano di Lecce conserva ancora diverse sue allegazioni a stampa dal 1830 al 1861.

Difese Silvio Spaventa nel processo politico del "Quindici Maggio" e Poerio nel processo per la "Setta dell'Unità Italiana".

Luigi Settembrini così dice di lui nelle "Ricordanze della mia vita": "Vennero gli avvocati C. de Vivo, Biagio Russo, Francesco Bax, e l'egregio Federico Castriota, che tanto aveva fatto e detto per noi. Ci dissero: "il procurator generai vi fa sapere che alle 3 pomeridiane partirete: voi andrete all'ergastolo, gli altri ai ferri". "E non ci si leggerà la grazia ?" "Nulla: un ordine è venuto come fulmine: tutto è pronto: onde voi preparatevi...". E più avanti, riportando il racconto della moglie di Settembrini: "Dopo un poco venne da me l'egregio avvocato Castriota, e pieno di affetto e di dolore mi assicurava della grazia per te e pel signor Agresti, mettendo in dubbio quella pel Faucitano: io sentiva dolore per tutti, sperava e non sperava, e mi sentiva straziare. Volle leggere la tua lettera e pianse e costernò molto, me ne domandò una copia, che io poi gliela mandai. Andato via il signor Castriota, io restai con i figli, e con l'Agresti...".

Altre sue difese politiche furono per L. Leanza e P. Leopardi nonché per Antonietta De Pace nel 1855. Rifiutò invece la difesa di Agesilao Milano, attentatore del Re borbonico.

Collega, conterraneo e amico di Liborio Romano (abitava in via Monteoliveto vecchio 24, a fianco d'una della prime abitazioni note, in Napoli, del ministro), fu elevato alla magistratura nel periodo "costituzionale" con decreto del 27 luglio. Sappiamo che fece parte della Commissione per gli studi legislativi, presieduta da P. S. Mancini, fin dalla sua istituzione nell' anno 1861.

Morì in Napoli nell'anno 1866. 

Bibliografia 

  1. Croce B. Spaventa, dal 1848 al 1861. Napoli, Libreria Editrice Italiana 1898
  2. Sole N. Canti. Napoli, 1858
  3. Calà Ulloa P. Pensées et souvenirs sur la litterature contemporaine du Royame de Naples. Genève, 1859
  4. Paladino G. Il processo per la setta l'"Unità italiana". Firenze, 1928
  5. Settembrini L. Ricordanze della mia vita. Napoli, Biblioteca Universale Rizzoli 1964 
  6. Genovese F. A. La riforma della facoltà di giurisprudenza e l'introduzione dell' ordinamento giudiziario nelle università italiane. Napoli, 1859-65 
  7. AA. VV. Università e professioni giuridiche in Europa nell' età liberale. Napoli, Jovene 1994 
  8. Conforti R. Ricordi e Arringhe. Napoli, 1882

I Castriota Scanderbeg

Il sito web castriotascanderbeg.it è una raccolta di studi, ricerche e documenti relativi alla storia della famiglia Castriota Scanderbeg. Nelle pagine potrete trovare informazioni dettagliate sulla vita e le gesta dei personaggi della famiglia, da Giovanni ai giorni nostri.

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